Scarnificazione da consumismo
Scarnificazione da consumismo
Sequenze di immagini pubblicitarie in mostra a Lugano
LA MOSTRA
Fabrizio Giannini. Live without dead time
Museo cantonale, Lugano
Fino al 17 gennaio 2010
di CLAUDIO GUARDA
Fabrizio Giannini, da Sorengo, classe1964: è a lui che il Museo Cantonale offre lo spazio espositivo della Ala Est dove da anni si svolgono mostre dedicate alla scena emergente sia ticinese che svizzera. Tema fondante su cui si concentra la sua riflessione artistica è quello dell’identità individuale per rapporto all’ambiente consumistico in cui viviamo, e alle sollecitazioni omologanti e massificanti che da quello derivano. Inutile dire che tale soggetto ha riscontro in non poca sociologia, letteratura e filosofia degli ultimi 70 anni, in parallelo con il boom pubblicitario che ha invaso non solo strade e piazze delle metropoli, ma anche menti e comportamenti di non pochi consumatori azzerandoli in quanto individui. Ed altrettanto superfluo è ricordare che, quanto all’arte, simili spunti e considerazioni hanno il loro precedente nel New Dada e nella Pop Art. Proprio sulla scia della Pop, anche Giannini non inventa immagini sue del mondo, ma il mondo (o una sua ben precisa parte) ce lo restituisce servendosi di quelle che normalmente circolano dentro il flusso mediatico e pubblicitario. Parte infatti da una serie di immagini precostituite ed ormai assorbite, perché anche senza volerlo fanno ormai parte del nostro vissuto, le preleva dal loro contesto e su quelle ci lavora: le scarnifica, semplifica, le rielabora al computer, le incide o ridisegna con il laser, le spoglia del colore ecc. A qual fine? Di metterne a nudo il meccanismo e gli effetti. Se infatti la manipolazione e destrutturazione dell’immagine da parte dell’artista è analoga e parallela (per quanto in senso opposto) alle intenzioni di coloro che quelle immagini creano e di esse si servono per ottenere una società di produttori-consumatori (ed in quanto tale, quello suo, è atto di smascheramento dei procedimenti di consenso ed omologazione interni alla pubblicità); dall’altra rivela anche il carattere effimero e fasullo dei mezzi di comunicazione di massa i quali “neutralizzano il carattere vissuto, unico, fattuale del mondo, per sostituirvi un universo multiplo di media omogenei gli uni agli altri, i quali si significano e rinforzano l’un l’altro.” (Baudrillard) Cioè vivono di se stessi, dentro se stessi, dando vita a un mondo parallelo, parlando una sola lingua globalizzata e comprensibile a tutti: che è quella del consumo.
Claudio Guarda, Scarnificazione da consumismo. «Il Caffè», 13.12.2009,p.44.